Review

Murakami – Norwegian Wood

Ci sono autori che ti catturano dalla prima pagina ed altri che hanno bisogno di farti entrare nel loro mondo con delicatezza, Murakami appartiene certamente a questa seconda categoria. In questo caso, forse ancora più che nella storia, occorre entrare in una cultura, perciò lasciate scorrere le pagine, soprassedete sui passaggi lenti, cercate di assecondare il ritmo narrativo, il libro vi catturerà allo stesso modo in cui una grande amicizia nasce spesso da una diverbio. Prima di addentrarmi nella storia lasciatemi dire ancora una cosa: Norwegian Wood non mi è sembrato affatto, come spesso ho letto, “solo” un romanzo sull'adolescenza. Il mondo di Toru oscilla di certo fra la volontà di rimanere se stessi ad ogni costo e quella di crescere, trovare un posto nel complesso, ipocrita ingranaggio del mondo adulto ma il mare su cui galleggia la storia non è solo fatto di questo. I temi adolescenziali sono la spina dorsale della narrazione ma quello che davvero rimane a lettura finita è il passaggio a volo radente attraverso una cultura diversa dalla nostra, un mondo fatto da dialoghi, cibi, scenari naturali e sociali molto lontani dal nostro amatissimo, ristrettissimo,  modello occidentale. La trama è semplice, molto più complessi i temi che ne vengono fuori. Toru Watanabe, è uno studente universitario atipico, alterna le sue giornate fra la biblioteca dell’università e le lunghissime passeggiate solitarie nel centro di Tokyo. Durante una di queste camminate rincontra Naoko, la ragazza di Kizuki il miglior amico di Toru suicidatosi a 17 anni. Sullo sfondo di questo evento tragico nasce fra Toru e Naoko un amore profondo. La morte di Kizuki ha però a tal punto segnato l’esistenza di Naoko da farla sprofondare in uno stato depressivo che culmina con un ricovero in un centro per malattie mentali. Contemporaneamente Toru conosce frequentando le lezioni Midori, giovinezza, vita ed entusiasmo allo stato puro. Alla curiosità si sostituisce l’interesse e poi il sentimento. Toru si ritrova così sospeso fra l’amore per Naoko, che pare non attendere altro che ricongiungersi a Mizuki, e quello Midori, che altro non vorrebbe che essere felice con lui. Inevitabilmente sarà il destino a scegliere per tutti. Ci sono poi Reiko, la fragilissima insegnante di musica che condivide con Naoko la stanza, Nagasawa un cinico collega di Toru che condivide con lui la passione per la letteratura americana, Hatsumi la vittima sacrificale di Nagasawa ed infine Sturmtruppen il buffo compagno di stanza di Toru. A fare da sfondo a tutte queste vite c’è la morte che, insieme alla musica ed…

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Daniele Mencarelli – Fame D’aria

Amo questo autore come pochi altri. Non c’è stato romanzo, poesia, audiolibro o anche serie Netflix che non abbia letteralmente divorato. Mencarelli ha la capacità, il dono direi, di scrivere romanzi ben costruiti con all’interno accenni di vera poesia e così, di tanto in tanto, in uno scenario già di per sé convincente si inseriscono scorci da brivido: “Lo ha desiderato, come si può desiderare un miracolo. Si è prosciugato gli occhi a forza di chiedere anche quello. Un miracolo. Un figlio normale. Non un estraneo pure a se stesso. Il miracolo non è mai arrivato. Come unica risposta, da est è spuntato l'odio. Ha ricoperto tutto, i sani e i malati, la vita intera. Per anni è stato così. Poi pure l'odio è tramontato. Resta la rabbia quando esplode.“.  Basterebbe, a mio avviso, questo passaggio per correre in libreria. La trama è asciutta, essenziale: E’ venerdì pomeriggio, Pietro e Jacopo a causa di un guasto all’auto rimangono bloccati in un paesino sperduto, Sant’Anna del Sannio. Un intero fine settimana da trascorrere nel nulla cosmico. E’ qui che conosceranno Oliviero, il meccanico che metterà a posto la loro macchina, Agata che li ospiterà nell’unico bar, pensione del paese e Gaia la ragazza che gli da una mano. Un paese morente, un padre carico di rabbia, un ragazzo che ciondola emettendo un solo verso ed il dolore sempre di sottofondo. “Sarebbe bello poter dire che un attimo, almeno uno, è risparmiato. Un attimo d’amore, uno solo, come un brillante incastonato nell’anello. Ma sarebbe falso. Semplicemente. Dal giacimento di pietra preziosa è stato strappato tutto. Negli altri umani, fortunati, la vena da cui estrarre si rigenera, anche di fronte al dolore e alla malattia, e anche in Pietro è stato così per giorni, anni. Poi il tesoro si è prosciugato. Sino a quello che rimane ora. Come un cratere.”. Fame d’aria racconta la disabilità attraverso le sue conseguenze, le mille sfaccettature dolorose, l’impossibilità di comunicare, il danno psicologico, morale ed economico, l’amore spezzato. E’ vita vera quella che scorre in Pietro, Jacopo, Oliviero, Agata e Gaia. Se andassi mai a Sant’Anna del Sannio non dubiterei nemmeno per un secondo che nella piazza centrale ci sia il Bar di Arturo e che Agata o Gaia siano proprio lì, dietro il bancone. Ad essere sinceri non ho mai ben capito come fosse possibile questo equilibrio finché non ho sbirciato, da vero goolge-guardone, nella vita di Daniele Mencarelli, letteralmente un viaggio all’inferno andata e ritorno. Se un qualsiasi altro autore scrivesse: “La povertà…

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Un libro, un viaggio

Romanzi, narrativa, saggistica, ogni libro che ho letto ha lasciato un traccia. Alcuni li ricordo come se li avessi appena aperti, altri li ho dimenticati impietosamente, ma tutti, proprio tutti, hanno senza dubbio contribuito, anche se in misura diversa, a costruire l’individuo che sono. E’ questa la ragione per cui, in questa sezione del blog, senza nessun filtro, ne troverete di belli, di bellissimi ma anche di apparentemente illeggibili. Quello che vi propongo è un viaggio nel meraviglioso microcosmo siciliano dipinto da Camilleri, nella poesia vivissima di Mencarelli, passando per i temi adolescenziali di Murakami, la prosa eccessiva di Piperno, la lontanissima borghesia americana di Cameron, l’ironia tutta francese di Valerie Perrin e mille altri fantastici mondi. Alcune brevi note a chiusura: non sono un critico letterario né tantomeno un autore, qui tutto è soggettivo ed opinabile, alcuni potrebbero sembrare giudizi eccessivi, quello che posso garantire è la totale buonafede ho tralasciato i numerosi classici, che pure ho amato, poiché conservo un certo timore reverenziale nell'avvicinarmi ad opere così ingombranti, lascio volentieri l'incombenza a personaggi più esperti del sottoscritto Mi piacerebbe fare questo viaggio insieme, vorrei che questa fosse una sezione del blog aperta. Ogni suggerimento è quindi ben accetto!

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