A me

A me

Oggi festeggio.

“A dire la verità, sono a pezzi, stanco di lottare, stanco di affrontare tutto questo, stanco delle cose che non funzionano per quanto io ci provi.

Non è il rifiuto delle difficoltà, fanno parte del gioco, è piuttosto un’usura dell’anima. Se oggi Dio fosse seduto qui, davanti a me, gli direi: Sono in ginocchio, non ce la faccio più ad affrontare tutto questo, ho chiuso, non posso più farlo. Ma la cosa peggiore di tutte sai qual’è? È la paura di fare capire agli altri. Chi vuole accanto una persona a pezzi? E questa battaglia silenziosa fa nascere una domanda. Come sistemare tutto questo? Si può sistemare tutto questo? Ad essere completamente onesto, non lo so più”.

Questo video, visto per caso qualche giorno fa, mi aveva profondamente colpito perché sembrava raccontare con una precisione quasi chirurgica la mia condizione attuale.

Ci avevo riflettuto parecchio chiedendomi anche in quanti fossero come me, davvero in ginocchio, pronti a mollare, silenziosamente.

Me ne ero quasi scordato poi oggi, improvvisamente, ripensandoci, mi sono scoperto con un sorriso così, un po’ amaro sul volto. Non so da dove fosse emersa questa smorfia, da quale buco profondo dell’anima fosse uscita ne il perché ci avesse messo giorni a mostrarsi, ma so benissimo cosa volesse dire quel sorriso: Io non mollerò, la raddrizzerò questa mia incasinatissima vita perché io non sono così, io la risposta la conosco, SI, si può sistemare tutto questo. So che non sarà facile, non lo è mai. Oggi festeggio la voglia di combattere ritrovata, brindo alla resilienza che ci fa rialzare dopo essere caduti e a me stesso, di nuovo in piedi o quasi. Da oggi riprendo in mano la mia vita.

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